24 Ottobre
  Giornata Missionaria Mondiale

UNA MISSIONARIA «DOC»

Suor Marta Paola

Lunedì 18 ottobre abbiamo intervistato Suor Marta Paola il cui nome di battesimo è: Maria Pozzoni. Ecco le sue parole.
Suor Marta Paola, parlaci della tua vita.... 

Fin da piccola ho sempre sentito l'esigenza di fare qualcosa per gli altri, di aiutare in qualche modo chi aveva bisogno. Ho frequentato solo le elementari poi fino a 14 anni sono stata a casa e aiutavo nelle faccende domestiche. Dai 14 anni ai 22 ho lavorato alla tessitura Cazzaniga e poi ho iniziato la vita missionaria. Durante gli anni passati a Cernusco ho sempre frequentato l'oratorio e la parrocchia. Quando ho scelto la vita missionaria questa era poco conosciuta, ma sentivo di voler essere un membro attivo della chiesa e potevo esserlo diffondendo il vangelo.

 Raccontaci un po' la tua vocazione... 

Sono entrata nell'istituto suore missionarie della consolata il 1 gennaio del 1951, dopo qualche anno di preparazione ottengo la professione temporanea dei voti religiosi. Sono stata ammessa il 29 Luglio del 1953 e dopo un anno di preparazione vado in Inghilterra per frequentare un corso di infermiera più alcuni altri corsi per la lingua. Dopo 5 anni torno in Italia per fare la professione perpetua, cioè l'aggregazione definitiva ai voti religiosi; in seguito parto per la mia prima missione il 2 febbraio del 1960, la destinazione è il Kenya, più precisamente la regione del Meru e ho il compito di tenere un corso per infermiere per insegnare alle ragazze del posto questo lavoro.

Questa è stata la tua prima missione?

 Il corso per infermiere era una delle prime scuole professionali del luogo, infatti c'erano solo scuole elementari e a volte medie, ma comunque frequentate per la maggior parte da ragazzi, mentre le ragazze rimanevano nelle case per badare alle faccende domestiche. Naturalmente oltre al corso facevo anche catechismo alla gente del luogo per diffondere la parola di Dio, che è comunque lo scopo principale di tutte le missioni.

 Quali sono state le mete, gli obiettivi della tua vita missionaria?

Hai incontrato difficoltà? 

Sono rimasta in Kenya per 10 anni dopo i quali sono tornata in Italia per la vacanza di tre mesi tra un periodo di missione e l'altro; dopo questa pausa sono tornata in Kenya, ma in una zona diversa dalla prima a Embu. Qui l'ospedale aveva scarso personale e le difficoltà non erano poche, soprattutto per quanto riguarda la lingua, infatti varia da regione a regione, anzi a volte anche da villaggio a villaggio e quindi capirsi con le persone del posto non è stato facile; oltre alla catechesi e i corsi per infermiere io e gli altri missionari aiutavamo le persone anche nelle faccende quotidiane insegnando loro anche come allevare alcuni animali o coltivare piante per poter procurarsi da mangiare."

 Per te la vocazione è....? 

"Penso che ognuno di noi sia chiamato da Dio, bisogna solo capire cosa ci chiama a fare, io fin da piccola sentivo questa mia passione per la vita religiosa in particolare per la missione. Da piccola ho sempre frequentato l'oratorio ed è stato anche lì che ho capito la mia vocazione, nonostante fosse una cosa che spaventava sia me che la mia famiglia dal momento che andare in missione in un paese straniero ha dei rischi e non si potevano far arrivare le proprie notizie a casa così facilmente come oggi. Ho sempre avuto questo desiderio di voler fare qualcosa di più e in particolare portare la parola di Dio a chi è in difficoltà. Anche ora che sono in una casa con le sorelle più anziane continuo a contribuire, come le altre sorelle, facendo catechismo, visitando i malati, portando la comunione, tutto quello che posso fare per aiutare le persone del luogo portando loro la parola di Dio. 

Cosa fanno i missionari? Quali sono i loro progetti? 

I missionari hanno come primo scopo quello di evangelizzare, di creare un'educazione cristiana con il catechismo nelle zone dove questa manca. Inoltre si occupano dell'insegnamento e dell'istruzione in zone molto arretrate come era il Kenia.

 A proposito: la situazione del Kenia...

 In Kenia fino a pochi anni fa le ragazze non studiavano e si occupavano di faccende domestiche e della famiglia. Inoltre mancava in Kenia e manca in parte anche oggi una dieta corretta, si mangia infatti soprattutto farina di mais. La carne se la possono permettere solo i più ricchi, ma raramente. Piano piano si stanno evolvendo anche se, soprattutto fuori dalle città, sono ancora molto arretrati.

Oggi in Kenia ci sono pochi ricchi che sfruttano i poveri.  A Nairobi che è una grande città c'è una grande povertà. Inoltre iniziano ad esserci anche una serie di problemi tipici del mondo occidentale come la disoccupazione. I missionari cercano di dare lavoro a queste persone. Le multinazionale sfruttano i terreni fertili e pagano poco i dipendenti. Anche la religione è in difficoltà, è poco conosciuta e ci sono molte sette.

 Quando torni in Italia cosa pensi della situazione nel tuo paese?

 "La vacanza un tempo era concessa ogni 7 anni, oggi circa ogni 5 anni. Nel periodo di vacanza, che dura sempre 3 mesi, tornando in Italia vedo che la fede non è più così sentita come ai miei tempi, spesso per i giovani la prima preoccupazione è poter guadagnare sempre di più con il lavoro, cercano sempre di avere di più e la fede passa in secondo piano e questo si vede anche perché le vocazioni sono sempre meno. Le congregazioni religiose sono in difficoltà perché con pochi missionari non riescono a portare a termine quello che hanno iniziato e si rischia che molte cose restino incompiute. Un'altra cosa che vedo è che il matrimonio e la famiglia sono sempre meno stabili, ci sono molti divorzi, l'integrità della famiglia deve essere conservata e non indebolita." 

Parlandoci della famiglia la nostra interlocutrice ha citato l'apparizione della Madonna Della Famiglia a Bonate, nel 1944. Magari ci capiterà di raccoglere qualche notizia, noi più giovani non ne sappiamo molto. Oggi a 82 anni suor Marta Paola si prepara a tornare in Kenia: non insegna più alle ragazze, ma si occupa delle sorelle anziane che hanno bisogno di aiuto.  Grazie suora!

                                                             Anna Maggioni

                                                           Giorgio Bonanomi