dopo le figurine ci attende un figurone : LA CONVERSIONE

Domenica scorsa al termine della Messa abbiamo compiuto un gesto conosciuto, ma inconsueto e - a dire il vero - anche un pò lontano dal nostro modo di pensare: l'imposizione della cenere sul capo. Un gesto antico, tanto antico che qualcuno invece di farsi avanti, si è prodigato in una fuga strategica. In effetti ciò che non si capisce (e quante volte nella quotidianità ci imbattiamo in cose incomprensibili) si fa fatica a viverlo.

Non si vorrebbe qui fare una riflessione sul gesto, che - va detto anche questo per onor del vero - "non ci parla più" solo a causa della nostra cercata, straordinaria, colpevole ignoranza religiosa; bensì si vorrebbe richiamare l'attenzione sulle parole che hanno accompagnato il gesto: "convertiti e credi al Vangelo".Con un piccolo sforzo proviamo a ricordare le prime parole scritte nel Vangelo di Marco (è anche possibile aprirlo e verificare): viene presentato l'inizio della predicazione di Gesù, da cui l’esortazione è stata mutuata;  ecco la breve frase, di una densità straordinaria:

“Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15).
Tutto il messaggio di Gesù - potremmo osare dire: tutto Gesù - si trova presente in queste quattro brevissime affermazioni inseparabili.

“Il tempo è compiuto”. Prima di questo, c'è stata tutta la lunga storia di Israele che la Bibbia ci racconta senza inventare nulla: è la storia di un bellissimo difficile rapporto tra Dio e il suo popolo; al centro la promessa che Dio fa: sarò per te di grande compagnia, tu vedrai il compimento se vivi l'attesa.  Israele ha vissuto - un pò contento, un pò costretto - questa dimensione, che possiamo anche indicare col nome di speranza. Con Gesù cessa l'attesa, non solo quella nel cuore del popolo, ma anche quella nel cuore di Dio. 

Ecco allora che “il Regno di Dio è vicino”. Non si tratta di instaurare un nuovo sistema sociale o politico, opposto ai regni della terra (paura assai diffusa anche oggi...), più semplicemente basta fare quello che ha suggerito un grande Papa: "aprire le porte a Gesù Cristo". Il regno infatti è lui, in lui c'è la radice di ogni benessere. 

L'esortazione: “convertitevi” ci riporta al nostro misterioso gesto di inizio quaresima, cui abbiamo fatto cenno. Per rendere più chiari i pensieri sulla conversione facciamo ricorso al vocabolario, dove questa parola indica un "volgersi", un voltarsi deciso (vedi il prefisso con-, nel suo indicare intensificazione) verso una certa direzione. la conversione quindi è il cambio di rotta, la scelta di una nuova strada, per seguire Gesù. Se poi attingiamo alla parola originale, il termine greco, che è "metanoia", scopriamo che la nuova strada chiede anche un cambio del modo di pensare e di giudicare, insomma una trasformazione del cuore, non solo una variazione dei gesti (non è sufficiente per esempio, limitarsi al digiuno o all’astinenza dalle carni).
Si converte chi scopre questa "nuova direzione", questo orientamento straordinariamente più interessante di qualunque altro. La cenere posta sul capo indica "di fuori" (cioè fa vedere a tutti) la mia scoperta: sono poca cosa, sono perso in cose che mi lasciano piccolo, se non mi affido a Lui, Gesù. lo imito, lo seguo nei quaranta giorni, durante i quali lui stesso ha operato la sua conversione: si è orientato per sempre verso Dio, Padre suo e nostro. Un grande santo, nostro carissimo amico, don Bosco, ha detto che l'autentica conversione è inseparabile dall'allegria; né può essere diversamente poiché convertirsi è “credete al Vangelo” è accogliere la “buona notizia” che Dio è nostro padre e ci ama, e non possiamo vivere come figli e figlie suoi, se non viviamo tra noi come fratelli. Chi non vuole convertirsi, vive nelle tenebre, nella solitudine, è condannato alla tristezza.

Una fine ingloriosa, insomma, dopo una illusoria vita senza pensieri; Dio scampi i nostri giovani da una simile disavventura.

A noi adulti il compito di rendere ragione di una fede che è fonte di gioia, che non ispira tristezza o chiusure anche in un tempo austero, dove il sacrificio ha tra i suoi principali intenti l’educazione della volontà.

 

Dal coraggio di ESSERCI alla consapevolezza di ESSERE... diversi, originali creature di Dio.

Da sempre "Cassandra" è abituata ad alzare la sua voce per annunciare sventure; perché le sue parole  continuino ad essere disperse nel vento occorre che chi è arrivato fin qui, trovi - in sé, nella Parola e nella voce della famiglia - la forza e la ragione per continuare.
Diamo fiducia alla nuova generazione dei nostri giovani.

 Un gruppo dei nostri ragazzi che riceveranno la Cresima quest’anno: da questo Sacramento, dalla libera e consapevole accoglienza del dono dello Spirito, nasce l’impegno alla vita cristiana adulta; ricevuto il Sacramento, occorre mantenere la parola!