il
prossimo 8 maggio, domenica, noi bambini
e ragazzi vi invitiamo ad essere
presenti, quando renderemo visibile - a
perenne memoria -
il muro costruito nella cappella con i
mattoni che ciascuno di noi ha
appoggiato: sono il segno e il sogno di
una Comunità che cresce
"grazie a noi", alla nostra presenza, al
nostro legame con Gesù. ... e poi ci
sarà una straordinaria sorpresa ...e non
è finita, perché
potremo gustare una buona merenda oltre
che il piacere di stare insieme.
DOMENICA: invitati ad
una presenza consapevole :
perché esserci alla
inaugurazione di un muro !
Tra le tantissime biografie di san
Francesco, prendiamo in mano quella
scritta da Giovanni Joergensen
(Edizioni Porziuncola 1983) e leggiamo
cosi:
«Quando san Francesco era giovane, San
Damiano era una cappelletta rustica, che
aveva per solo ornamento un grande
crocifisso bizantino sull'altar
maggiore. Dinanzi a questo crocifisso,
Francesco era solito venire a pregare, e
fu lì che il giovane, un giorno, venne
ad inginocchiarsi dinanzi all'immagine
del crocifisso: Dal momento che aveva
incominciato a crocifiggere il suo "io",
la crocifissione era divenuta l'oggetto
favorito dei suoi pensieri. Con gli
occhi rivolti a Gesù, incoronato dell'
aureola di gloria, recitava la preghiera
seguente, che la tradizione ci ha
conservato:
"O alto et glorioso Dio, illumina el
core mio.
Damme fede dericta, speranza certa,
carità perfecta, humilità profonda,
senno e cognoscemento
che io servi li toi commandamenti.
Amen".
(Scritti, Preghiera davanti al
Crocifisso di San Damiano)
Quello che
domandava a Dio era ciò che sempre,
d'allora in poi, aveva cercato e
desiderato, nonostante tutte le sue
cadute e tutti i suoi errori: una luce
che gli permettesse di conoscere la
volontà di Dio e gli desse forza di
conformarsi a questa volontà. Tutta la
sua vita, da quel momento sino al
presente, non era stata che una
ripetizione, sotto forme diverse, ma
sempre più intime e più ardenti, di
quelle parole: "Parla, o Signore, che il
tuo servo ti ascolta!".
Ora, finalmente. Iddio giudicò il suo
servo Francesco degno di ascoltarlo. Dal
crocifisso si parte una voce, intesa
solamente dal giovane, che gli diceva:
"Va', Francesco, restaura la mia casa,
la quale, come tu vedi, minaccia
rovina!".
Francesco si mostra subito pronto ad
eseguire docilmente l'ordine divino. Con
l'anima sua semplice ed amica dei
significati letterali, guarda intorno a
sé nella vecchia cappella; e vede che
questa, infatti, minacciava di crollare.
Perciò, tutto tremante per la grandezza
di quest'istante solenne, risponde al
crocifisso, che s'era degnato parlargli:
"Signore, volentieri farò come tu
desideri!".
Finalmente Dio aveva esaudito la sua
preghiera, finalmente Dio gli aveva
assegnato un compito! Sempre pronto all'
azione, come era per natura, il giovane
si alza subito per eseguire il comando
del Signore...
Due anni dopo, un giorno di febbraio del
1209 durante una messa mattutina, nella
cappelletta della Porziuncola, Francesco
intese leggere un passo del Vangelo che
gli parve un nuovo comando del Signore.
più esplicito ancora delle parole
intese, due anni prima, a San Damiano;
dimodoché questo passo, da allora in
poi, ebbe un'influenza decisiva su tutta
la sua vita. Era la festa dell'Apostolo
san Mattia, 24 febbraio; e questo è il
Vangelo che Francesco sentì leggere dal
vecchio prete suo amico: "Andate dunque
e predicate, dicendo: Il regno de' cieli
è vicino! Risanate .gli infermi,
risuscitate i morti, mondate ì lebbrosi,
scacciate i demoni, date gratuitamente
quel che gratuitamente avete
ricevuto..."
I biografi ci narrano che quand'egli
ebbe inteso quelle parole e il sacerdote
gliel'ebbe spiegate, il giovane,
entusiasmato, esclamò: "Ecco quello che
voglio e desidero di compiere con tutte
le forze!"
Più tardi, ogni volta che Francesco si
rammenterà di questa messa, riguarderà
la lettura del Vangelo di quel giorno
come una vera ed esplicita rivelazione
divina. Perciò dirà nel suo Testamento:
" ... l'Altissimo stesso mi rivelò che
dovessi vivere secondo la forma del
santo Vangelo ..." Ormai, Francesco, il
restauratore di chiese, Francesco
l'eremita, era divenuto Francesco
l'apostolo e l'evangelista,
l'annunziatore del Vangelo della
conversione e della pace....»
Ecco, ora certamente tutto è più chiaro.
C’è - nella vita di ciascuno di noi -
come un susseguirsi di tempi,
una progressiva conquista della pienezza
di vita umana e spirituale. Dio che ci
ama, vuole vederci crescere;
attende senza fretta che noi arriviamo a
desiderare e a ottenere la vita con lui,
che ciascuno aspiri e raggiunga
l’abitare con lui. Nel frattempo, il
nostro darci da fare viene da lui
guardato con simpatia, come il segno del
nostro contributo alla sua azione
creatrice.
Come accadde a san Francesco, Gesù ci
conduca attraverso il tempo dedicato al
lavoro e alla fatica fisica
verso il tempo in cui potremo godere
della contemplazione e del riposo.
A tutti noi san Francesco insegna la
bellezza e il valore del lavoro con le
braccia
e ci richiama decisamente a stare
davanti a Gesù per accogliere da lui
quella Parola
che segna e trasforma la nostra
quotidianità.
Costruiamo la Chiesa, con la forza delle
braccia e il calore del cuore. |