30° di sacerdozio
Vita da prete
don Emanuele Spada

 

Carissimi,

guardando alcune foto in questi giorni, ne ho osservata attentamente una che documentava la mia Prima Messa a Cernusco. È datata 12 giugno 1983 e dal quel momento sono passati trent'anni: trent'anni di Messa, come si dice…
In quella foto si vedono i sacerdoti che concelebrarono quella Messa così importante per me. Non li cito tutti per non annoiarvi, ma ne ricordo solo alcuni. Si riconosce il caro don Angelo, parroco di Cernusco e così importante per la mia formazione sacerdotale. Si vede don Giuseppe Brivio, don Dionigi Consonni, padre Emanuele Maggioni, padre Giovanni Viscardi ed altri sacerdoti originari di Cernusco… C'è don Cesare Meazza. C'è mons. Federico Mandelli, cugino della nonna… Ma poi c'è nientemeno che un Cardinale della Chiesa: Sua Ecc. mons. Gianfranco Ravasi! Un momento veramente bellissimo con tanti parenti, amici e un'intera comunità: tutti riuniti per partecipare alla Prima Messa e per ringraziare il Signore per il dono di una vocazione sacerdotale.
Sono passati trent'anni da quel momento e sono estremamente contento di poter celebrare l'Eucarestia della seconda domenica di ottobre, quella della Madonna del Rosario, quella della festa del paese. In effetti nel corso di questi trent'anni non ho avuto molte occasioni di tornare a Cernusco a celebrare la Messa proprio perché ho svolto il ministero sacerdotale in luoghi molto diversi tra loro nella sconfinata diocesi di Milano che è (quasi) la più grande del mondo!
Nove anni li ho trascorsi a Monza, Parrocchia di San Fruttuoso, svolgendo il ministero in Oratorio tra i ragazzi e i giovani di quella città e insegnando religione nella Scuola Media.
Per altri quattro anni ho vissuto l'esperienza della grande città in quanto sono stato inviato addirittura a Milano presso la Parrocchia di San Leone Magno nella zona a nord di Lambrate.
Poi è stata la volta di Abbiategrasso a sud di Milano dove son stato incaricato di seguire l'Oratorio Femminile. Lì ho collaborato per quattro anni con un illustre sacerdote che poi avrebbe fatto carriera e sarebbe addirittura diventato prevosto di Merate, don Luigi Peraboni!
In seguito sono stato nominato parroco di un piccolo paese situato sul Lago Maggiore: Ranco. Forse in pochi l'avete sentito nominare a motivo della distanza da Cernusco, tuttavia sappiate che si tratta proprio di un bel posto: qualcuno l'ha definito un angolo di Paradiso.
Poi l'Arcivescovo mi ha inviato in una Parrocchia molto più vicina a casa: a San Fiorano, frazione di Villasanta. Ormai mi trovo qui da 8 anni e svolgo la missione di Parroco, cercando di guidare nella fede questa bella comunità vivendo le grandi gioie che il Signore mi offre. Anche a San Fiorano, nel mese di giugno, la comunità ha voluto festeggiare il mio trentesimo di Messa. Grande è stata la gioia per me perché anche in questo modo hanno dimostrato il loro apprezzamento per quanto di buono e di bello il Signore ha fatto anche attraverso di me. Nell'occasione di quella festa allora (come succede spesso) ho pensato di far preparare un'immaginetta rappresentante un'icona che racconta in immagini la parabola del Buon Samaritano. Ho scelto anche una frase sempre da quella parabola, che mi è parsa molto significativa: “Si prese cura di lui”. In questo modo ho cercato di riassumere tutti questi trent'anni della mia vita per mettere in evidenza cosa ha voluto dire per me essere prete: come ha fatto Gesù che è il vero Buon Samaritano, ho cercato di prendermi cura delle persone. Non sono stato capace di fare di come Gesù che riusciva a guarire gli altri e fare miracoli: tuttavia con l'annuncio della Parola di Dio, offrendo il perdono del Signore, cercando di aiutare a rendersi conto che nella preghiera il Signore ci dona gioia e la pace, donando nella Messa Gesù presente nell'Eucaristia ho modo di far comprendere che il Signore è ancora presente in mezzo a noi e non ci lascia mai soli!
Attendo con gioia il prossimo 13 ottobre, per pregare con voi e per essere con voi!
                                                                                                 A presto
                                                                                                                  Don Emanuele

 

            

Quando si fa festa a un prete, occorre ricordare che lui non celebra mai se stesso; la festa
è per lui, ma lui - da autentico prete - non fa che condividere il dono ricevuto, che - appunto - è per tutti.
Per questo ci raduniamo e gli diciamo GRAZIE!
Nello stile di Gesù, torniamo per un giorno a "prenderci cura" di un nostro compaesano,
impegnato nella cura dei fedeli lui affidati.

dA