Oratorio Feriale 2018

Una vita “in attesa”. Nel grande e complicato cruciverba dell'esistenza, in cui spesso facciamo fatica a trovare risposte adeguate alle tante domande che la quotidianità ci pone e, ancor più, a costruire incroci sensati tra il nostro percorso e quelli delle persone che ci circondano, il cammino verso l'adultità è, non di rado, segnato da infiniti punti di sospensione, da caselle temporaneamente lasciate vuote nella speran- za che prima o poi qualcuno possa aiutarci a riempirle, da interrogativi irrisolti che ci costringono a tornare sui nostri passi e a rimettere in discussione le nostre (poche) certezze.

Di fronte alla difficoltà di tracciare con mano decisa un itinerario di senso che assecondi il nostro bisogno di sicurezza e felicità, tendiamo a mettere in pausa ogni nostro progetto, a rimandare indefinitamente ogni scelta importante e definitiva, restando prigionieri di un perenne senso di inadeguatezza che diviene nostro compagno fedele e smorza sul nascere ogni proposito di cam- biamento.

E mentre siamo sopraffatti dallo scorrere inarrestabile dei giorni, dei mesi, degli anni, che non aspetta i nostri tempi e non perdona le nostre esitazioni, spe- rimentiamo tutte le contraddizioni di una condizione che, in ossequio ai miti dominanti dell'efficienza, della perfezione, del successo a tutti i costi, ci vuole competitivi, determinati, aggressivi. Una condizione che, dietro la maschera di un'ostentata sicurezza, nasconde tutta la fragilità e la solitudine di tanti giovani adulti, schiacciati tra la legittima ricerca di autorealizzazione e la paura di «non essere all'altezza dei propri sogni» e di doversi accontentare di un'esistenza mediocre.

Ma è proprio vero che solo gli “eroi” hanno diritto ad essere felici? Che la sola felicità possibile è quella dei vincenti, dei fuoriclasse, dei “numero dieci”? Come se esistesse una definizione univoca di felicità che coincide con la popola- rità e l'incontrastata affermazione di sé, per cui meglio vagheggiare in eterno una felicità “visibile”, che si nutre dei riconoscimenti e dell'approvazione degli altri, che rimboccarsi le maniche e costruire infaticabilmente piccoli mattoni di felicità quotidiana, fatti di impegno, costanza e fatica!

Ma il lieto fine non è appannaggio esclusivo dei “primi attori”. Nella trama intricata dell'esistenza ciascuno è protagonista della sua storia e ha la possibilità, se solo riesce a trovare il coraggio per rompere gli indugi ed essere il migliore se stesso, di realizzare le proprie aspirazioni e conquistare la felicità. E magari scoprirà anche che, nel suo pic- colo, ha il potere di rendere felici anche gli altri e dare il proprio contributo fattivo alla costruzione di un futuro migliore.


 

per GENITORI e NONNI

 

Chi desidera può offrirsi per coprire una fascia oraria, una o più volte alla settimana o una volta ogni tanto (purché stabilita...); ciò che viene richiesto è di esercitare una presenza attenta, ma discreta, cioè non invadente...

Partecipare è semplice: basta lasciare il proprio nome al bar dell’oratorio o alle persone incaricate

 

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