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PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA

sacerdoti:

don Alfredo Maggioni, piazza san Giovanni 3   -   039 990 2682

don Gaudenzio Santambrogio, via Lecco 43   -   039 990 7043


  edizione speciale
di metà settimana
   

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Si era durante una processione e il prete col fiatone per il tratto in salita percorso, esortava la sua gente ad ascoltare il brano di Vangelo che - diceva - sono “parole sante, fratelli!”. Ma l’audio non era buono, anzi non si sentiva quasi nulla, le batterie delle trombe erano più scariche dei polmoni del parroco. Così finì che gli zelanti parrocchiani compresero ciascuno una cosa diversa: e c’era chi correva dal fruttivendolo per prendere “carote tante...”; chi si prodigava perché l’oratorio avesse “pareti bianche...” e chi con pala e piccone riempiva il cortile con “panchine tante!”Quella Comunità in allegria fece una scorpacciata di brasato e si sedette beatamente al sole pomeridiano. Era un paese tra Lecco e Milano....

 


 

abbiamo cominciato ad acquistare l’arredo per il nostro CORTILE sempre più OSPITALE
SE VUOI, SE PUOI, TI CHIEDIAMO UNA MANO - grazie!

 

 

 

Qualcuno non avrebbe scommesso un cent, eppure abbiamo ottenuto un grande risultato: in oratorio sono tornati gli schiamazzi, tutti i giorni, con  puntuale continuità, al punto tale che ora si fa fatica a chiudere! È tanto l’entusiasmo della tifoseria (leggi: genitori) che manifesta un  crescente interesse e una più sollecita attenzione ai calendari degli incontri. Bisogna dire che si è fatto impegnativo il compito degli arbitri (leggi: controllo cortile): anzi questo è un ambito dove costantemente si cercano nuovi personaggi, infatti è un secondo lavoro, in aggiunta al proprio, e  chiede di essere svolto in modo scrupoloso; crescono infatti le tensioni in  campo, vigilare perché il gioco sia sempre regolare e la palla arrivi a tutti, senza alcuna emarginazione, soprattutto nei confronti dei più piccoli.
La partita è appena cominciata e per ora siamo “sul pari”, ma è nostra precisa intenzione vincerla: in palio ci sta la formazione e il futuro di intere generazioni. Nessuno è relegato in panchina, anzi proprio queste - fiorite con abbondanza negli ultimi giorni - servono soltanto per riprendere fiato e poi tornare nella mischia. Non sono previste tribune perché nessuno è ammesso come semplice spettatore. L’infermeria (leggi: cappella) è sempre aperta, perché il nostro Presidente (leggi: Gesù) ci tiene alla pelle dei suoi tesserati. Non si possono usare esclamazioni e interiezioni eccessive, ma si può gridare a squarciagola “EVVIVA”, tipico urlo pasquale che riprende il medievale “e viva!”, desiderio di salvare la vita al condannato. E noi lo gridiamo spesso, condannati - come siamo - a voler bene anche ai nostri nemici e a chi dice male di noi. La pratica dello sport in oratorio ha sempre avuto notevole rilevanza: ciò che non va dimenticato è che la competizione non è finalizzata alla “vittoria ad ogni costo”, ma alla educazione alla “buona battaglia” della vita, dove non sempre si riesce ad ottenere un risultato senza un grande sacrificio.
Gli avversari veri non sono gli altri uomini o ragazzi, ma la pigrizia, l’indolenza, la prepotenza, la disonestà, la bugia... Insomma tutte quelle cose che sembrano oggi andare per la maggiore, perché rendono l’uomo “furbo”, “forte”, “emergente”. Chi da noi fa l’allenatore (vero e proprio, ma devi leggere anche catechista, barista, operatore del cinema, ecc...) ha uno stipendio altissimo: il centuplo nel regno dei cieli. Paghiamo un pò in ritardo, ma paghiamo bene! Per entrare nel gruppo non occorre visita medica; il nostro Presidente infatti dice che basta avere un cuore che batte... non  in testa, ma d’amore e di generosità. Non per vantarci, ma la nostra  è una squadra straordinaria: scegli di farne parte!  d. A.